“Vil, razza dannata”. Presentazione a Lamezia dell’ultimo libro di Aldo Varano e Filippo Veltri
LAMEZIA TERME (CZ) – Cosa fa della Calabria la “cenerentola d’Italia”, agli ultimi posti nelle classifiche dell’economia, della crescita, del vivere civile e sempre prima nelle classifiche dei primati negativi? Esaurite tutte le risposte plausibili, rimane una sola ipotesi: è una questione “antropologica”, una sorta di “dato etnico” che fa dei Calabresi una “vil razza dannata”, incapace di redimersi, un po’ per colpa degli altri, un po’ perché abbiamo “preso gusto” a raccontarci e a sentirci raccontare così. E’ la sfida, la provocazione dell’ultimo libro dei giornalisti Aldo Varano e Filippo Veltri “Una vil razza dannata? Riflessioni sulla Calabria e i calabresi” (Città del Sole Edizioni ) che sarà presentato sabato 12 aprile alle ore 18 a Palazzo Nicotera, in un’iniziativa organizzata dall’associazione culturale InOper@ insieme al Sistema Bibliotecario Lametino. Converserà con i due autori, insieme ai ragazzi dell’associazione, lo scrittore Mimmo Gangemi.
L’ultimo libro dei due giornalisti calabresi è un’analisi delle narrazioni della Calabria di ieri e di oggi, un’inchiesta che, mentre decostruisce tante rappresentazioni “false e tendenziose” che gli “altri” hanno fatto sui Calabresi, chiama in causa le responsabilità di una classe politica, imprenditoriale e intellettuale che “ha trovato il comodo alibi dell’auto-razzismo anziché fare i conti fino in fondo con le proprie soggettive deficienze, che si è giustificata scaricando tutte le responsabilità sulle condizioni storiche e geografiche che hanno rappresentato i macigni della mancata crescita civile esociale di questa regione.”
All’interno del volume è presente una ristampa anastatica, dei saggi pubblicati nella rivista Il Ponte, diretta da Piero Calamandrei, che uscì nel 1950 con un numero speciale interamente dedicato alla Calabria. Vengono riproposti gli scritti di intellettuali del calibro di Corrado Alvaro, Mario La Cava, Giuseppe Isnardi, Umberto Zanotti Bianco e altri: del messaggio di quel numero della rivista, uscito 64 anni fa, Varano e Veltri ne colgono la portata storica con “il meglio della cultura e dell’intellettualità italiana si piegò a osservare con rispetto e passione democratica cosa accadeva e quali bisogni ci fossero nell’estrema punta del proprio territorio peninsulare” e ne evidenziano l’attualità, “la radicale opposizione di quegli intellettuali e studiosi ad accettare la realtà del loro tempo come destino immodificabile”, un modello che “oltre ad essere di straordinario spessore culturale e politico diventa scelta eticamente necessaria”.
Tra le narrazioni di ieri e di oggi, dalle pagine di Varano e Veltri emerge l’esigenza di un “racconto normale” della Calabria: un racconto “coraggioso”, che metta insieme la denuncia del male con il racconto della voglia di riscatto, che metta in rete le tante esperienze positive, che sia l’incipit di una narrazione “nuova”. Della Calabria e dei calabresi.
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