Istituzione azienda unica ospedaliera, Sergio Abramo: “Risultato storico”

“Il Consiglio regionale ha preso la strada più giusta approvando all’unanimità la bozza per l’istituzione di un’azienda ospedaliera unica che abbracci il Pugliese-Ciaccio e la Mater Domini: per Catanzaro è un risultato storico”.

Lo ha affermato il sindaco Sergio Abramo commentando il voto di Palazzo Campanella: “Ringrazio davvero, a nome dell’intera città, il Consiglio regionale e, in particolare, i consiglieri della terza commissione che si sono battuti per questa legge: Tallini, Esposito e Parente, il presidente della stessa commissione, Mirabello, che la proposta l’ha relazionata in aula, Bova, Ciconte e Scalzo oltre all’onorevole Ferro, all’ex commissario Scura e al neo-commissario Cotticelli, al presidente dell’assemblea, Irto, e a tutti i consiglieri che hanno garantito un esito così significativo qual è l’unanimità dei consensi. Con il varo dell’aula è stato segnato un punto fondamentale, anche se non definitivo, nel percorso verso l’integrazione fra gli ospedali del capoluogo: ora non ci resta che restare vigili e consentire che tutto proceda per il meglio”.

Abramo ha ricordato il lungo percorso fatto di incontri e riunioni “che ho promosso insieme al commissariato per l’attuazione del Piano di rientro nella sanità”, e ha sottolineato “la responsabilità dimostrata dai consiglieri, che hanno superato gli schieramenti politici per dare una risposta forte e chiara a tutto il comparto sanitario catanzarese e, in particolare, all’utenza che ricorre alle cure dei nostri bravissimi medici: questo è un grande risultato soprattutto per i cittadini”.

“La legge – ha aggiunto il primo cittadino – è il documento fondamentale su cui basare lo sviluppo, la razionalizzazione, il potenziamento del nostro sistema sanitario, la valorizzazione dell’assistenza da un lato e della ricerca dall’altro, ma anche l’ottimizzazione di tutte le componenti professionali impegnate in un comparto che è il primo e più importante settore economico di Catanzaro. Questa legge era pure l’unica strada possibile per evitare di perdere quei 320 milioni di euro di finanziamento destinato al nuovo ospedale, alla casa della salute e all’ampliamento del polo oncologico del “Ciaccio” con relativo aumento dei posti letto: non averli avuti a disposizione significava rinunciare a un’opportunità di crescita che non riguarda soltanto il capoluogo, ma che può consentire al sistema-sanità di tutta la regione di avere un’azienda integrata, la più grande della Calabria, al passo con le migliori e più importanti realtà nazionali”.

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