Paolo Mascaro incontra la città: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede” – VIDEO

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Stracolmo il Chiostro San Domenico. Tutti in silenzio ad ascoltare l’urlo di rabbia del sindaco Paolo Mascaro. Circondato dai rappresentanti dell’amministrazione, ha esordito così: “Lamezia è una terra che in questi anni ha dimostrato di avere coraggio. Il coraggio non si compra”.
Aveva annunciato questo incontro pubblico ancor prima che arrivasse da Roma la decisione ufficiale dello scioglimento del Comune di Lamezia.
Emozionato e arrabbiato Paolo Mascaro ha ripercorso le tappe più salienti del suo mandato. Ha ricordato l’impegno contro la criminalità organizzata, evidenziando l’acquisizione in tempi di record di beni confiscati alla mafia.

“Se vogliamo cambiare il destino di questa terra dobbiamo crescere e fare capire alle giovani generazioni che dobbiamo cambiare pagina. Abbiamo partecipato a Trame – ha ricordato Mascaro – un simbolo di educazione civica. Costituisce un momento importante di questa comunità, questa amministrazione ha sempre espresso soddisfazione ed entusiasmo per questa manifestazione. Vi ricordo che noi siamo arrivati in un comune che aveva sfiorato il dissesto”.
Proseguendo il suo discorso, interrotto spesso dagli applausi dei presenti, Paolo Mascaro ha voluto spiegare ai cittadini “cos’è e cos’è stata questa amministrazione: questa era un’amministrazione che fino a un certo momento godeva di tanta stima, fiducia, onorabilità tanto che per la prima volta nella storia la festa provinciale della Polizia si sposta da Catanzaro al Parco Impastato di Lamezia. Quell’amministrazione era vista come simbolo di legalità. Cosa è successo in un mese, sarà la storia a dirlo”.

“Sono venuto qui stasera per raccontarvi i fatti. Sappiate tutti che il 9 giugno 29017 viene notificata la nomina della commissione d’accesso. Quella nomina viene motivata unicamente con l’operazione Crisalide; quell’operazione nella quale vi era la prova reggina della procedura penale e cioè l’intercettazione ambientale del 13 giugno che aveva cristalizzato ciò che Lamezia aupica sempre di sapere e cioè che le cosche mafiose non avevano votato Mascaro e la sua coalizione.
Ma arriva lo stesso la commissione. Il 6 settembre il sindaco inviando corposa memoria chiede di essere ascoltato, e il sindaco dice ‘ascoltatemi’. Questa richiesta è rimasta disattesa. E il 16 settembre viene nuovamente chiesto di essere ascoltato su qualsiasi atto. Non ho ricevuto risposta. É la città di Lamezia a non aver ricevuto risposta. Non ho avuto più comunicazioni ufficiali. Scopriremo poi dalla stampa che il Prefetto aveva inviato relazione al ministero dell’interno. Questo è stato lo scioglimento più veloce della storia. Ho scritto al ministro Minniti il 10 novembre per sospendere questa procedura. In cinque mesi i commissari non hanno voluto sentire il sindaco. Due giorni fa per cortesia istituzionale vengo convocato solo perché avevo iniziato lo sciopero della fame. Questo è il reale svolgimento dei fatti. Solo con atto formale di martedì pomeriggio sapevo della richiesta di sciogliemento e dell’annullamento della proroga”.

“Non attaccherò mai lo Stato – ha gridato con forza – ma non piegherò mai la testa quando i rappresentanti dello Stato calpesteranno la mia terra.

Quello che vi dico, sappiate qualsiasi atto e provvedimento che sarà obbligatoriamente indicato quale atto di infiltrazioni mafiose io in due giorni massimo lo contesterò e smentirò. Avremo presto le motivazioni e andremo presto al Tar e vinceremo”.

“Questa sera sono qui dinanzi alla Lamezia vera, che ha il coraggio di stare accanto all’amministrazione, una Lamezia che sta soffrendo ma che vuole andare avanti. Oggi voglio parlare con voi, sono qui per un motivo: questa amministrazione consegna idealmente il testimone del governo cittadino non a burocrati calati dall’alto, ma sono qui per passarvi e consegnarvi il testimone del governo cittadino. Voi da stasera mi dovete promettere che sarete voi insieme a noi a vigilare, dovete essere voi a fare sentire il vostro fiato, il fiato di una comunità onesta, dovete difendere questa terra.

Continuiamo insieme una grande battaglia, ponendo al primo piano sempre il concetto di legalità, difendendo il nostro territorio. Chiudo stasera la più bella pagina della mia vita. Andiamo avanti tutti insieme”.

E tra gli applausi e il calore dei tanti cittadini che continuano ancora a credere in lui, Paolo Mascaro ha concluso il suo discorso alla città con le parole di San Paolo: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede”.

Candida Maione

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