A Gambarie conferenza programmatica Movimento Nazionale per la Sovranità. Tra gli ospiti l’intervento di Marco Foti: “La sharing mobility a supporto del trasporto pubblico nella città metropolitana di Reggio Calabria”

(GAMBARIE) REGGIO CALABRIA – Si è svolta a Reggio nel fine settimana la conferenza programmatica del Movimento Nazionale per la Sovranità. La due giorni di lavori ha visto la partecipazione di Franco Germanò, Ernesto Siclari, Peppe Agliano, Demi Arena e Tilde Minasi, oltre alla presenza del Coordinatore nazionale Giuseppe Scopelliti. L’obiettivo è stato elaborare ed approfondire le proposte tecniche avanzate dai tavoli tematici per il rilancio di Reggio Calabria e dell’area Metropolitana. 

Nel suo intervento finale, il presidente Scopelliti ha dichiarato che “Reggio Calabria ha bisogno di idee, la città è bloccata, serve un qualcosa di nuovo che possa creare delle condizioni di rilancio”.

Tra gli ospiti è intervenuto l’ing. Marco Foti, nostro blogger e componente del Dipartimento Nazionale Trasporti del Movimento, sul tema “Trasporto Pubblico Locale in regione Calabria e nella città metropolitana: spunti di riflessione e soluzioni innovative”. Foti ha evidenziato come il “Trasporto Pubblico Locale, secondo l’ultimo studio di Mediobanca, produca un giro d’affari complessivo di oltre 12 miliardi di euro l’anno, e nel periodo 2011 – 2015 ha accumulato perdite per 1,2 miliardi e ricevuto risorse pubbliche per 16,8 miliardi, cifre in grado di restituire la rilevanza di un settore cruciale per lo sviluppo e la crescita, che tuttavia senza il rispetto delle regole imposte dalla Commissione Europea non è in grado di raggiungere gli standard europei”. 

“Sul territorio calabrese – ha proseguito l’ingegnere – i servizi di TPL vengono erogati da 28 aziende riorganizzate in 6 società consortili, assicurando un’offerta di produzione di 53,4 milioni di bus*km/anno, di cui 42,4 milioni erogati in ambito extraurbano e 11 milioni in ambito urbano, per un costo complessivo di circa 120 milioni di euro/anno, IVA esclusa”.  

“I servizi metropolitani nella città di Reggio Calabria – ha tenuto a precisare Foti, “producono una percorrenza chilometrica annuale pari a circa 4,5 milioni di bus*km/anno per cui la Regione Calabria trasferisce un corrispettivo di circa a 12,3 milioni di euro/anno. 

A questi numeri, considerando i dati relativi all’ultimo Censimento ISTAT, non corrisponde la soddisfazione di una domanda di mobilità che, complessivamente interessa la città metropolitana di Reggio Calabria con circa 210.000 spostamenti al giorno, in quanto soltanto l’11% sono effettuati con il trasporto pubblico collettivo (gomma e ferro), di cui meno dell’1% con il trasporto ferroviario.  Come intervenire alla luce delle ristrettezze economiche?
“Il settore del Trasporto Pubblico Locale, non di recente – fa sapere Foti – ha avviato formule di servizio flessibile, con l’obiettivo di rimuovere la rigidità dei costi del servizio tradizionale, quali il bus a chiamata, i servizi taxi a supporto, il sub appalto di linee. Nuove formule di servizio possono emergere se si traguarda l’approccio dell’economia della condivisione. Infatti, il Comitato delle Regioni della Unione Europea evidenzia come l’Economia della Condivisione rappresenti la trasformazione-inversione di marcia o la transizione di determinati settori dell’attuale modello economico verso tradizioni economiche e modelli economici consolidati, che costituiscono alternative a forme dell’economia di mercato ad elevata intensità di capitale.
Adottare i principi della EdC nella Pubblica Amministrazione, soprattutto a livello locale, può contribuire a superare parzialmente gli attuali grandi limiti dell’azione della PA quali la limitatezza di risorse finanziarie per nuovi servizi”.

“Nuove formule di servizio nel settore del trasporto pubblico possono scaturire da una qualificazione puntuale dei requisiti della domanda di mobilità per stabilire e quantificare “l’offerta in sharing che potrà costituire una efficace soluzione. 
Esempi diffusi si rilevano in Germania attraverso le soluzioni dell’autobus di comunità o della messa a sistema (rete) dei mezzi delle associazioni di volontariato. In questo modo sarà possibile offrire una mobilità di base a tutti ed in tutte le aree comprese quelle dove i servizi tradizionali di trasporto pubblico risultano grandemente inefficienti”.

Commenta