“50 sfumature di Papero Grigio”

paperino_arrabbiatoCari amici di blog, come state? Sono reduce da una “romantica” serata di San Valentino con la gentilpapera che mi ha rubato il cuore… sempre lei, Paperina! Solo che sgrunt! Siccome sono un papero davvero speciale e come sempre pronto ad esaudire ogni suo desiderio, sempre felice, di fare qualsiasi cosa pur di vederla contenta, mi sono ritrovato nientemeno che alla première di “50 sfumature di Papero Grigio”!!!

Ma, vi rendete conto? Io Donald Duck alla veneranda età di quasi 81 primavere mi ritrovo in fila fuori alle sale del “Multipaper” in mezzo a papere isteriche e vogliose di gettare un occhio famelico su Papergrey, il protagonista del film del momento. Squerk! Sgrunt! Doppio sgrunt! Ma come, come, ho potuto cedere all’insistenza di Paperina che aveva avuto dei biglietti omaggio? Sta di fatto che nonostante il dilemma etico e la linea editoriale molto rigida del mio direttore, ho deciso di andare e c’è di più, ho deciso di recensire il film proprio qui, sulle pagine del mio blog (che spero ci sarà ancora…ehm…dopo le chiacchiere riguardanti, “l’evento” cinematografico).

Lei sbiascica: “Ora farai l’amore con me?”

“Io non faccio l’amore mi accoppio!”

Tranquilli: YouPaperPorn non si è impossessato del mio computer e non state vedendo un vecchio film del naufrago Rocco Paperfredi. Quella che avete letto è una delle, ehm, più pregnanti ed interessanti battute di 50 Sfumature di Papero Grigio, il primo capitolo della trilogia tratta dalla cartastraccia… Ops… dai libri di  E. L. James dai quali è stato tratto questo cav…ehm “capolavoro” di film.

Paperopoli ai tempi nostri. Paperasia Steele (Pakota Johnson, c’è un cervello lì dentro?) ha 21 anni. Ignora l’esistenza dei sogni erotici, ha riferimenti femminili che definire datati è un eufemismo, non si depila, conosce un solo tipo di acconciatura, inciampa spesso. E’ una poveraccia della Georgia che non ha ancora conosciuto i piaceri della carne, per mantenersi agli studi non fa come tutte la cameriera in un bar, no. Lavora in una ferramenta. Se ve lo state chiedendo sì, questo è il colpo di scena più interessante delle due ore di film. Ahahahahahah. Ehm…Veniamo a loro.

La poveraccia della ferramenta che evidentemente non sa cosa sia una piastra per capelli ha un brutto vizio: mordicchiarsi il labbro. Lo fa sempre, in qualsiasi circostanza: dalla mattina quando si alza a quando vende corda e nastro isolante a un miliardario uomo d’affari, che non ha certo l’hobby del fai da te; da quando è a lezione all’ università a quando si prova un vestito. Rimanete concentrati sul mordersi il labbro che è fondamentale, mi raccomando.

Una mattina come tante, la coinquilina della poveraccia della ferramenta le chiede di sostituirla in un’intervista per il giornale dell’università. L’intervista va fatta a Paper Grey (Papie Dornan, espressione cercasi), facoltoso uomo d’affari che non si sa di cosa si occupi (e non lo saprete neanche dopo due ore) ma è ricco sfondato. Lui ha 27 anni. Indossa prevalentemente degli “eleganti completi” grigi, porta cravatte grigie, ha gli occhi grigi. Che acume gli sceneggiatori! Si chiama tradotto dall’inglese: grigio. Regala libri antichi, auto, abiti super griffati in cambio di qualche sculacciata.

Succede quindi che la poveraccia della Georgia, in realtà appassionata di letteratura inglese, si rechi da Paper Grey per fare un piacere all’amica e succeda l’inevitabile: in un ufficio di papere anoressiche con tacco ventimila e paperphone ultratecnologici, e lei che ha ancora un telefono Paper-Motorola. Se vi siete dimenticati cosa significa questa parola vi ricordo che Google è vostro amico.

E così per un’intervista ( il mio direttore ne sa qualcosa) scocca l’arrapamento…ehm scusate, gulp! Mi gioco la carriera, l’amore, volevo dire:  la poveraccia della ferramenta inciampa sul nulla e cade non appena viene aperta la porta per poi alzare lo sguardo e scoprire la bonaggine ( secondo Paperina) di Paper Grey. Lui, dal canto suo, non se la fila: riconosce la zotica che è in lei e lascia correre. L’intervista procede senza particolari colpi di scena eccezion fatta per il mordicchiamento di cui sopra che risulta essere l’unico motivo per cui il facoltoso uomo d’affari decide di interessarsi alla zotica. Ora, un’altra corrente di pensiero sostiene che paper grey fosse  semplicemente “arrapato perso” ma io sono un papero romantico e vi chiedo di credere nella storia.

Ricordate il labbro? Mordicchia oggi, mordicchia domani, scocca la scintilla. Paper Grey però è il classico uomo “mi piaci molto ma non possiamo stare insieme”, “sei perfetta ma io non lo sono per te”, “stammi lontana, ma vorrei zomparti addosso”.

E se prima 50 sfumature di papero grigio, da qui in poi 50 sfumature di nulla e di noia. Comincia il più classico rituale di corteggiamento fatto di stalking, clausole di riservatezza, contratti di dominazione e regali fatti non per comprare l’amore dell’altra, no. Com’è, come non è, la timorata di Dio della Georgia finisce in un battibaleno a casa del miliardario misterioso che le pone una condizione: non la sfiorerà neanche con un dito fintanto che lei non avrà firmato un misterioso accordo sessuale.

Ma il caro Mr. Grey non sa che anche la poveraccia della ferramenta ha un segreto da confessare: non ha la minima idea di cosa lui voglia, perchè lei non è mai andata a letto con nessuno. Lei aspettava quello giusto: perché ha dei valori, perché crede nell’amore, quello vero. E siccome, aspettava quello giusto ( e qui scoppiano diverse risate di gusto) la timorata verginella si trasforma in una miagolatrice di prim’ordine!

Conosciuti i piaceri della carne la ragazza della ferramenta il cui cognome Steele ( significa …ahahahahahah ma guarda un po’…acciaio! ) scopre che Paper Grey non fa l’amore ma si accoppia, come detto in apertura, ed ha una stanza del piacere. Lei allora impugna il contratto e pone veti  alle fantasie sadomaso di lui.

Tra un tira e molla e improbabili spupazzamenti che provocano l’ilarità degli spettatori, la poveraccia decide di lasciarsi coinvolgere totalmente beccandosi ben 6 frustate. Contate ad alta voce. Inaccettabile. Così inaccettabile che lei sbotta e gli domanda perché non possono essere una coppia normale e fare le cose normali. Paper Grey si alza, si avvicina alla finestra, abbassa lo sguardo ( ta ta ta ta) e sussurra: “Perché ci sono 50 sfumature di depravazione in me”. Genio.

Fine. Mi rivolgo alle lettrici, 50 Sfumature di Paper Grigio ci lascia con una lezione molto importante, un messaggio di rivendicazione e liberazione sessuale dai soliti stereotipi: la ceretta non è più di moda.

Come? Volete sapere come ho fatto a sopportare tutto questo per un paio d’ore? Ma che domande! Ho ronfato e russato nell’ intervallo! Per il resto ho conosciuto anche io delle sfumature mai viste…quelle dei miei primi capelli bianchi!

Donald Duck

 

 

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