Io a scuola andavo pure con il freddo…e sono ancora viva!

Operazione scuole calde. Solo a pensarci mi viene da ridere. Nonostante la mia risata, che non importa a nessuno, sui giornali e in tv continua a capeggiare insistente per raccontare della “tragedia” che si sta consumando ai danni degli studenti italiani, da nord a sud: a scuola al freddo e al gelo.
In virtù del fatto che viviamo in un Paese democratico con liberta d’espressione sancita dalla Costituzione, mi avvalgo della facoltà di esprimere disappunto dinanzi a quella che, a mio avviso, è esagerazione e niente più.
Anch’io sono andata a scuola, e neanche troppo tempo fa (ehehe), eppure anche allora pioveva e faceva freddo e ogni tanto nevicava. Non ricordo che mia mamma mi teneva in casa solo perchè faceva freddo, e non ricordo neanche il caos mediatico che evidenziava “l’insensibilità dei dirigenti” di tenere al freddo gli studenti.
Ora, o devo farmi una cura di fosforo per rimediare ai miei vuoti di memoria, oppure è storia che non molto tempo fa si andava a scuola nonostante tutto.
Genitori esagerati e giornalisti (ahi ahi appartengo anch’io a questa categoria) che pur di fare notizia vanno a scovare tutte le scuole inserite nel programma “operazione calde”; e si sa, in Italia ci sono le notizie di tendenza, nel senso che “fatto uno scoop” tutti gli altri giornali vanno alla ricerca di notizie simili perchè “tira”. Fatto sta che da una settimana tg, giornali e social si stanno dedicando a questo.
Bene, detto questo, tra il serio e il faceto, credo che sia ridicolo dover sentir dire di ragazzi che non vogliono andare a scuola perche fa freddo. Che stessero in aula con giubbini, sciarpe e cappelli di lana, non fa niente. Del resto non stanno anche così in piazza o davanti ai locali fino a tarda notte?
Studiare comporta sacrifici e non tutti sono fortunati, per esempio, ad avere la scuola sotto casa. Ogni giorno sono tantissimi in tutto il Paese, ad alzarsi presto e prendere il pulmino che li porterà a scuola, magari dopo mezz’ora o un’ora di viaggio. Eh già, perchè sono tanti gli abitanti delle zone montane dove le scuole non ci sono, e se c’erano poi sono state chiuse perchè “per pochi alunni non conviene sostenere delle spese”. Studiare significa rinunciare al tempo libero, alle comodità, agli agi, alla libertà a volte, proprio perchè la vita di ogni studente è finalizzata principalmente a questo, a partire dalla scuola materna fino, almeno, al diploma.
Trovo sterili ed inutili le polemiche che giungono da ogni dove. I genitori che hanno paura che i propri figli prendano freddo, sono gli stessi che li fanno vivere sotto una campana di vetro, rendendoli insicuri e impreparati ad affrontare il mondo, un giorno. Sono gli stessi che quando un docente alza troppo la voce col proprio figlio o addirittura sferra un ceffone, ci manca poco che denunciano per violenza e fanno arrivare le telecamere de “La vita in diretta”.
Insomma, forse mi attirerò le ire di molti, ma noi che siamo stati in aula col freddo abbiamo studiato lo stesso e non ci è successo nulla di grave, se non l’insegnamento che ne abbiamo ricavato: sopportazione e sacrificio.

Candida Maione

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