Lo scrittore Gioacchino Criaco incontra gli studenti del Liceo Classico “Fiorentino”

criaco_classicoLAMEZIA TERME (CATANZARO) – Questa mattina, nella biblioteca del Liceo Classico “F. Fiorentino”, gli alunni hanno avuto occasione di conoscere lo scrittore calabrese Gioacchino Criaco  che ha conseguito una fama immediata attraverso la pubblicazione di Anime nere, il best seller che ha ispirato il pluripremiato omonimo film di Munzi.

Nella circostanza l’autore ha conferito con il pubblico in merito alla sua ultima fatica Il Saltozoppo, edito da Feltrinelli. A presentarlo è stato il prof. Vittorio Ruberto, docente di lettere presso l’istituto ospitante, il quale ha sottolineato il carattere aperto del libro in oggetto che sembra sfuggire ad una precisa definizione di genere, rievocando per alcuni versi i caratteri tradizionali del romanzo alessandrino, con la riproposizione del classico schema dell’amore contrastato di due giovani che approda soltanto nel finale ad un esito felice, e connettendosi, talvolta in maniera anche esplicita, al mondo delle fiabe o delle favole, vocaboli a cui, in un’accezione sinonimica, fanno ricorso gli stessi protagonisti della storia.

criaco_classico2Il docente ha inoltre ricordato come, per l’ennesima volta, lo scrittore di Africo abbia scelto di ambientare le vicende narrate, sia pur in maniera non esclusiva, nella propria regione, uno scenario che ricorda la Calabria grande e amara di Leonida Repaci, quasi un “Eden realistico”, locus amoenus e, al contempo, terra di dannazione. Sulla propria terra si è ovviamente soffermato anche lo scrittore il quale, stimolato dalle numerose domande degli studenti, ha evidenziato innanzitutto la naturale predisposizione dei calabresi alla narrazione ed all’affabulazione che trova sorprendente conferma in una sorta di il testo di riferimento, la “Chanson d’Aspremont”,  scritto intorno alla prima metà del XII° secolo, simile nel contenuto a numerosi poemi di materia carolingia.

Tale predisposizione è ovviamente spiccata nel nostro autore il quale non ha nascosto la propria facilità di ispirazione ed ha affermato di sentirsi quasi un rielaboratore di storie che gli vengono magicamente narrate. Ciò è ad esempio avvenuto ne Il Saltozoppo, in cui la favola raccontata dalla ninfa Agnese ha magicamente emendato una torbida vicenda criminogena giocata sull’asse immaginario che collega le piane dell’Allaro a Milano ed alle più disparate vie della malavita internazionale. Criaco ha voluto inoltre ribadire come la ‘ndrangheta non costituisca una componente congenita del calabrese, come potrebbe suggerire l’etimo del termine, ma rappresenti esclusivamente un fenomeno, nettamente minoritario in rapporto alla popolazione, legato a fattori contingenti e che, in ogni caso, esula dalla più autentica indole degli abitanti della nostra regione. Proprio per tale motivo, il romanzo rivela una sensibile discontinuità rispetto ai precedenti, in quanto propone speranze e redenzioni imprevedibili in quei testi (il già citato Anime nere, Zefira ed  American Taste ) che avevano costituito quella che l’autore medesimo ha definito ”la trilogia dell’odio”, assegnando un ruolo salvifico alle donne, reali artefici di una straordinaria palingenesi.

Tutti gli interventi dell’autore sono stati salutati dagli applausi degli alunni del “Fiorentino” ai quali Gioacchino Criaco ha anticipato la pubblicazione di un secondo capitolo della trilogia “della speranza o dell’amore” inaugurata appunto da Il Saltozoppo.

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