La Calabria al Premio Internazionale “Il Convivio 2014″

Borrello_Barbaro_Repaci_CorsaroNel suggestivo scenario dell’Assinos Palace Hotel il 26 ottobre scorso si è tenuta la cerimonia di consegna della 14° edizione dell’atteso e prestigioso premio internazionale “il Convivio-poesia, prosa ed arti figurative.”

La conduzione della cerimonia è stata affidata al Presidente del Convivio, Prof. Angelo Manitta ed alla nota artista reggina Adriana Repaci.

La giuria, Presidente onorario Prof. Giorgio Barberi Squarotti e Presidente Prof.ssa Carmela Tuccari, composta oltre che dalla sopra citata Repaci, da un parterre de roi di fama internazionale, ha dovuto cimentarsi nell’arduo compito di esaminare ben 1263 opere, dall’analisi delle quali è emerso l’alto livello qualitativo ormai raggiunto dalla prestigiosa manifestazione.

Per quanto riguarda la sezione dedicata alla pittura, l’opera ” luci e colori” dell’artista vibonese Caterina Rizzo ha superato l’agguerrita concorrenza, fra cui va certamente annotata la segnalazione di merito appannaggio di due emergenti artiste reggine, Rosanna Corsaro con l’opera ” Amore” ed Eleonora Maria Barbaro con ” Fragranza d’ebano”.

L’approfondita analisi della kermesse ha portato alla ribalta l’opera di un giovane scrittore lametino, l’Avv. Giuseppe Borrello, che ha denotato spiccate potenzialità che non si dubita potranno emergere in futuro.

L’opera “Zombie”, per la quale il valente scrittore ha ricevuto una segnalazione di merito, crea, quasi non si trattasse di parole ma di pennellate d’inchiostro, luci soffuse, ambienti in penombra, sguardi persi nel vuoto, riproponendo emozioni e sentimenti nascosti, riecheggianti le atmosfere di Van Goghiana memoria.

Il personaggio dell’opera, in ultima analisi, vagheggia lo stereotipo del poeta maledetto, chiuso in se stesso, dove traspare una visione del mondo d’infinita sofferenza e profonda bassezza.

Il linguaggio crudo, essenziale, a tratti drammatico, fa però intravedere un misticismo di fondo che come in un gioco degli specchi, compare e si nasconde fra le pieghe di un’ambigua moralità e di una rassegnazione che da Verlaine a Badelaire fino ai nostri giorni nasce e si rinvigorisce dentro una società che gattopardescamente muta nei secoli per restare sempre fedele a se stessa e con le angosce a volte malcelate che in essa sopravvivono.

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