Lamezia, incontro con Vincenzo Linarello (Goel) alla Scuola di Dottrina Sociale della Chiesa

LAMEZIA TERME (CATANZARO) – “Il Ruolo dei Cattolici nelle Imprese”, è questo il tema scelto per il II incontro della Scuola – Laboratorio di Dottrina Sociale della Chiesa della Diocesi di Lamezia Terme. Ad intervenire è stato Vincenzo Linarello Presidente Goel – Gruppo Cooperativo, in due incontri tenutesi nel Salone dell’Episcopio di Lamezia Terme e nel Centro Pastorale di San Pietro a Maida alla presenza del Vescovo Mons. Luigi Antonio Cantafora e di Don Fabio Stanizzo direttore dell’Ufficio di Pastorale Sociale e il Lavoro.

Goel nasce 15 anni fa da un lavoro fatto a livello diocesano nel territorio, con Padre Giancarlo Bregantini, con l’obiettivo di generare nuove opportunità di lavoro dando vita a cooperative e imprese che si dovevano prendere carico della comunità, ricorda Linarello nel suo intervento. “Ma la speranza di noi Cristiani si fonda su un assunto molto semplice e potente, ossia sul fatto che Gesù è risorto. E se Gesù è risorto allora ti puoi mettere in testa di cambiare la Calabria. Ecco che i membri fondatori di ciascuna cooperativa, non si sono fermati qua, e dopo aver effettuato una lettura del territorio mettendo insieme tre elementi fondamentali ossia la propria esperienza, il Vangelo e la Gaudium et Spes, decidiamo di fondare Goel. La comunità è l’unica realtà sociale che può fronteggiare il sistema, ecco perché nascono le cooperative.

“Dio ama le cooperative”, perché ama fare le cose insieme. C’è un meccanismo forte di reciprocità, conferma di ciò è un passo del Vangelo in cui Gesù disse ai suoi discepoli: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” e se si segue questo meccanismo tutto ritorna in equilibrio perché “Noi e Dio cooperiamo per la salvezza della Calabria”.

La dottrina sociale della Chiesa ci ricorda, continua Linarello, che “Il soggetto dell’autorità politica è il popolo, considerato nella sua totalità quale detentore della sovranità” e non che, al contrario, lo stato è espresso dalla società civile ma che quest’ultima consiste nello stato. La visione di impresa per un cattolico vuol dire “sentirsi investito della responsabilità dell’esercizio del bene comune e organizzarsi per farlo perché abbiamo la sovranità e il dovere di farlo”.

La dottrina sociale della chiesa parla del decidere e parla del fare, quindi da ciò capiamo che la democrazia è fatta dall’esercizio libero del voto, dall’equità e dalla partecipazione. La partecipazione alla vita comunitaria non è soltanto una delle maggiori aspirazioni del cittadino, chiamato ad esercitare liberamente e responsabilmente il proprio ruolo civico con e per gli altri, ma anche uno dei pilastri di tutti gli ordinamenti democratici, oltre che una delle maggiori garanzie di permanenza della democrazia. Il governo democratico, infatti, è definito a partire dall’attribuzione, da parte del popolo, di poteri e funzioni, che vengono esercitati a suo nome, per suo conto e a suo favore; è evidente, dunque, che ogni democrazia deve essere partecipativa. Ciò comporta che i vari soggetti della comunità civile, ad ogni suo livello, siano informati, ascoltati e coinvolti nell’esercizio delle funzioni che essa svolge, conclude Linarello.

Mons. Cantafora ha sottolineato l’importanza di mettersi in discussione. “Cambiare la propria vita significa non aver paura della morte, essere Cristiani significa proprio questo”.

Don Fabio Stanizzo nel ringraziare Vincenzo Linarello per la sua presenza e per la sua bellissima testimonianza, ricorda l’importanza del tema scelto quest’anno “Il Ruolo dei Cattolici nella società civile”, frutto del messaggio che il Cardinale Bassetti ha lasciato alla nostra Diocesi durante il festival della dottrina Sociale nel mese di settembre.

L’appuntamento con la chiusura della Scuola di Dottrina Sociale sarà il 24 maggio con Flavio Felice docente di storia delle dottrine politiche all’università del Molise, che ci parlerà del ruolo dei Cattolici nella Politica e nella Società Civile alla luce del pensiero di Don Sturzo.

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