Indetto Anno Santo: Dio siede sul trono della Misericordia

(null)Dal latino l’abbiamo sentito tutti almeno una volta, qual è il significato della parola misericordia: miserĭcors- ordis, da miserere o misereri e cioè “aver pietà” e cor, cordis “cuore”: un cuore pietoso, un cuore che ha pietà.
Un cuore di padre come ha scritto e spiegato questo pomeriggio Francesco nella sua Bolla di indizione del Giubileo Straordinario della Misericordia. Il cuore del Padre.
Un Padre Misericordioso che ha il volto del Cristo. Un Cristo che, ci spiega Bergoglio, passò risanando, guarendo, perdonando non una “ma settanta volte sette”. Un Cristo che per amore, l’abbiamo celebrato appena una settimana fa, si lascia inchiodare ad una croce, facendo delle sue ferite, feritoie dalle quali lasciare passare, nel buio del male, la grazia come in una sorgente di Misericordia. Abbiamo bisogno di gesti di tenerezza, di parole misericordiose che scaldino il cuore e Papa Francesco lo sa, sa, quanto bisogno abbia il mondo di bellezza, nel suo senso più ampio. L’ha ricordato già mercoledì scorso nella catechesi dedicata ai bambini dove aveva detto di pensare a “come sarebbe bello se nel nostro mondo pieno di errori ci si accordasse almeno su un punto: che nessun bambino, mai, sia rifiutato. A un simile mondo, ha aggiunto, Dio perdonerebbe molti peccati.”
Questa considerazione del Papa mi ha richiamato alla mente una tra le esclamazioni più belle che possiamo ricordare, tratta dai “Promessi Sposi” del Manzoni; Lucia esclama: “Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia!”. Parliamo delle pagine più belle, quelle in cui è narrata la famosa conversione dell’Innominato. E di queste pagine, Papa Bergoglio come ha raccontato più volte, ne è un grande estimatore.
Papa Francesco come avviene per l’Innominato vuole che per tutti soffi un vento nuovo, dirompente, che “scompiglia” per dirla con parole sue. Il vento del Concilio, dello Spirito, che faccia irruzione nelle vicende esistenziali, affannate, sofferte, degli uomini e delle donne di questo nostro tempo. “A un mondo, che non consideri errore un bambino Dio perdonerebbe molti peccati” il parallelo è d’obbligo con la Lucia di manzoniana memoria: “Dio perdona tante cose, per un’opera di misericordia!”
Il Padre, non aspetta altro che perdonarci, e per farlo “si accontenta” di un’opera di misericordia e Papa Francesco ce lo ricorda scrivendo nella Bolla che “Misericordia: è l’atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro. Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato”. Il Santo Padre Giovanni Paolo II spesso utilizzava l’espressione “amore misericordioso”. Nell’Enciclica “Dives in Misericordia” scriveva, che “la Misericordia è una dimensione indispensabile dell’amore, e come se fosse un suo secondo nome”. La Misericordia, una forma esterna dell’Amore di Dio verso l’uomo carico del peso delle debolezze umane.
Francesco non solo fa una “dedica” tutta particolare della Bolla a coloro che vivono di illegalità , corruzione, criminalità, chiamandoli alla Riconciliazione, ma vuole ricordare che la misericordia è per tutti e lo fa in modo del tutto speciale. Innanzitutto come “segno di comunione di tutta la Chiesa” stabilisce che in tutte le diocesi del mondo i vescovi locali istituiscano una “porta santa” per esempio presso una cattedrale o un santuario, ma, cosa ancora più importante, invia in tutto il mondo i “missionari della misericordia”.
Si tratta di sacerdoti a cui il Papa darà “l’autorità di perdonare anche i peccati che sono riservati alla Sede Apostolica, perché sia resa evidente l’ampiezza del loro mandato.”
Francesco chiede ai vescovi “di invitare e di accogliere questi Missionari, perché siano anzitutto predicatori convincenti della misericordia. Si organizzino nelle Diocesi delle “missioni al popolo”, in modo che questi Missionari siano annunciatori della gioia del perdono. Si chieda loro di celebrare il sacramento della Riconciliazione per il popolo, perché il tempo di grazia donato nell’Anno Giubilare permetta a tanti figli lontani di ritrovare il cammino verso la casa paterna.” “I Missionari della Misericordia” saranno il segno della Misericordia con cui la Chiesa intende lenire le ferite dei suoi figli. E sarà proprio “Misericordiosi come il Padre” il motto del Giubileo straordinario indetto dal Papa. L’espressione è tratta dal Vangelo di Luca è “un programma di vita tanto impegnativo quanto ricco di gioia e di pace” per tutti fedeli e sacerdoti chiamati a vivere questo Anno Santo davvero straordinario. Il Papa delle periferie, degli ultimi, dei poveri, della Chiesa in “uscita”, si presenta al mondo come il Papa della Misericordia.
Mi torna in mente una antichissima storiella dei Padri del deserto che a proposito della domanda se in Dio è più grande la Giustizia o la Misericordia raccontavano:
Al tribunale di Dio cento angeli accusano un uomo: ” Costui è veramente malvagio ”
Solo un angelo si attesta in suo favore:
“Ma ha compiuto un’opera buona! ”
Allora Dio fa inclinare la bilancia in favore del peccatore e sentenzia:
” Niente Inferno! ”
Ma non sapete quale è l’orario di Dio. Per gli “Abbas ” del deserto” è presto detto: “Per tre ore al giorno Dio siede in tribunale a giudicare il mondo. Ma quando il male prevale sul bene, si alza dal trono della giustizia e, con un sospiro di sollievo, si siede per il resto della sua giornata sul trono della misericordia”.

Luisa Loredana Vercillo

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