Mons. Cantafora celebra Veglia Pasquale: “il corpo non sia mercificato, è tempio della Presenza di Dio”

imageLAMEZIA TERME (CZ) – Nel Cristo Risorto dai morti “nel suo vero corpo”, il corpo di ogni uomo diventa “luogo della presenza di Dio”. Non un corpo pensato “come un involucro da cui staccarci o da usare e abusare”, non un corpo “mercificato, scambiato o usato come un contenitore di embrioni”, ma un corpo che è “luogo della comunione con Dio, il santuario e il tempio della sua Presenza.” E’ il monito del Vescovo di Lamezia Terme Mons. Luigi Cantafora nel corso della Veglia Pasquale, nella quale la Chiesa ha celebrato la Resurrezione di Cristo, la vittoria del Figlio di Dio sul peccato e sulla morte.

“Se l’anima è immortale, il nostro corpo è teso alla glorificazione della carne, alla bellezza trasfigurata del Figlio di Dio che trasformerà i nostri corpi a sua immagine” ha affermato il Vescovo di Lamezia esortando i cristiani a considerare il corpo come “il luogo della vita” perché destinato alla Resurrezione, custode della “bellezza della vita cristiana, non destinata a perire ma protesa verso la glorificazione, la trasformazione”.

Meditando sui vangeli della Resurrezione di Gesù, Cantafora ha sottolineato il ruolo delle donne che il Signore ha voluto “perché fossero presenti ai piedi della croce e all’alba della resurrezione e, nella loro debolezza e fragilità, custodissero il mistero della vita che non muore”, diventando così “le prime annunciatrici della Buona Notizia”: il vescovo ha invitato a pregare per tutte le donne “perché possano portare avanti con coraggio il dono della vita che custodiscono”.

Cristo è risorto dai morti, la Vita ha vinto, la luce dell’Amore di Dio ha sconfitto le tenebre del male. Questo l’annuncio pasquale che la Chiesa proclama nella storia, la “buona notizia” del Vangelo che – ha evidenziato il Presule facendo riferimento alle donne che corsero ad annunciare ai discepoli la Resurrezione del Cristo – “va annunciato con gioia e timore, con la gioia perché abbiamo incontrato il Vivente e col timore di chi sa di portare un tesoro prezioso”.

Nel corso della celebrazione, il Vescovo ha benedetto il “fuoco nuovo” con il quale è stato acceso il cero pasquale e l’acqua del fonte battesimale, invitando i fedeli al rinnovo delle promesse del Battesimo nel quale ogni credente “muore al peccato” e “rinasce a vita nuova dall’acqua e dallo Spirito”.

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