La storia di Roberta Lanzino, 30 anni dopo, diventa un film, tra cronaca e mistero. Manna: “Dovere nostro patrocinare e ospitare la produzione del film”

Era il 1988 quando il 26 luglio Roberta Lanzino, 19 anni, uscì dalla sua casa di Rende, in provincia di Cosenza, in sella al suo Piaggio Blu. La giovane studentessa iscritta alla Facoltà di Scienze Economiche e Sociali dell’Università della Calabria, avrebbe dovuto raggiungere la casa dei suoi genitori al mare, a San Lucido, per trascorrere con loro una giornata di festa. Partì per prima, in sella al motorino di suo fratello Luca, percorrendo una strada poco trafficata che l’avrebbe condotta alla nota zona balneare frequentata dai cosentini. Non ci arrivò.

Su quella strada, infatti, fu seguita da una Fiat 131 Mirafiori chiara. I passeggeri a bordo dell’auto, di cui oggi ancora non si conosce il volto, l’aggredirono, la violentarono e la uccisero colpendola con un coltello e soffocandola con le spalline della sua stessa camicia. Un femmincidio avvolto nel mistero che affonda le sue radici anche trame della malavita locale.

A 30 anni dalla sua morte, la storia di Roberta Lanzino, diventerà un film. Dopo Roberta Lanzino, Ragazza che è stato il primo fumetto italiano dedicato a una vittima della violenza maschile, Due destini, sarà il titolo del lungometraggio ideato e scritto da Giulio Ancora, neoregista pugliese trapiantato in Calabria. «La prima volta che mi sono imbattuto nella storia di Roberta è stato durante un mio concerto – ricorda il regista – parecchi anni fa, tra la folla prima dello spettacolo ricordo di aver visto una donna con degli occhiali da sole e ne rimasi colpito, compresi successivamente che si trattava di Matilde Lanzino, la madre di Roberta. Il suo modo di fare, i suoi movimenti e la sua malinconia nascosta da due lenti scure mi colpirono molto. Da lì in poi la storia di Roberta, quasi sempre per caso, iniziò a presentarsi sempre più spesso nella mia vita».

La vicenda che passò di tribunale in tribunale lasciò aperti tanti interrogativi coinvolgendo personaggi di spicco della ‘ndrangheta calabrese che tentarono di depistare le indagini ostacolando la ricerca della verità. Non furono i fratelli Frangella, contadini e pastori della zona, assolti per non aver commesso il fatto, non furono nè Sansone e Carbone, come rivelò il boss Franco Pino, assolti anche loro, dopo 9 anni di processo. Roberta fu dunque uccisa due volte. La seconda nel 2017 quando il suo processo si concluse con nulla di fatto.

«Nessuna prova, nessun colpevole, “Roberta è stata sfortunatissima” sentenziò il Pubblico Ministero – racconta Ancora -. Le ricerche fatte dalle fonti ufficiali mi hanno fatto comprendere meglio il caso, ma sono stati Franco e Matilde Lanzino a farmi “conoscere” realmente Roberta, la sua essenza». Il film sarà prodotto dalla Cineflex di Roma e verrà girato in Calabria agli inizi del 2019 per una durata delle riprese di circa 5 settimane, proprio nei luoghi, teatro dell’atroce vicenda, che dipingeranno una Calabria agrodolce, tra Cosenza, Rende e San Lucido. Sul cast di attori, di caratura nazionale che prenderà parte alle riprese il regista ancora mantiene il riserbo.

«Due Destini è un film legato alla memoria che non va slabbrata, non si può dimenticare quello che è successo a Roberta, il dolore dei genitori, dei suoi cari, vanno rispettati e non vanno abbandonati, Due Destini è un mega riflettore (ri)acceso Commenta il regista – su una misteriosa vicenda che merita maggiore chiarezza e che nasce con l’intento di sensibilizzare le coscienze in merito alle violenze di genere che negli anni si sono perpretate…»

La colonna sonora di Due Destini rispecchierà infatti due epoche differenti, il 1988 e il 2017. Tra i musicisti che collaboreranno alla produzione ci saranno i Danko Jones, gruppo internazionale e famoso in tutto il mondo. Il film verrà distribuito tra il 2019 ed il 2020 sia nel circuito nazionale del cinema sia sulle piattaforme televisive preposte. (Iodonna.it)

Il sindaco di Rende Marcello Manna, sul profilo di fb del Comune di Rende, scrive: “E’ importante da parte nostra poter patrocinare e ospitare la produzione del film. Anche per la vicinanza che la città di Rende ha sempre manifestato alla Fondazione alla famiglia Lanzino. Ho sempre apprezzato il loro costante impegno culturale nella lotta contro il femminicidio. L’amministrazione comunale di Rende risponde presente ed è lieta di farlo”

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