Come si giocava “ai nostri tempi”… con i bambini di oggi, dell’Istituto Comprensivo Sant’Eufemia
LAMEZIA TERME (CATANZARO) – Il gioco è l’espressione più autentica e caratterizzante della cultura umana che meglio si adatta ai contesti sociali, in riferimento ai periodi storici in cui si svolge. Il recupero dei giochi tradizionali rappresenta pertanto la riscoperta della propria storia, delle proprie origini e del senso di appartenenza. Attraverso il gioco stimoleremo la curiosità, l’inventiva, l’ingegno, la manualità. Sempre con il gioco il bambino si adatta e si avvicina alla società degli adulti.
Nelle pagine seguenti troverete ciò che i bambini, dalle mie parti, giocavano nel periodo che va dagli anni cinquanta ai settanta. (Ma non saremo fiscali).
Negli anni cinquanta, il mio, (Piana di Sant’Eufemia Lamezia, ora comune di Lamezia Terme) era un territorio povero con un’economia legata quasi esclusivamente all’agricoltura. Anche qui, come in tutte le società povere, i bambini si davano da fare per costruirsi i loro giochi con i materiali che c’erano a disposizione, usando molto la fantasia, e di quella, visti i tempi, cè ne voleva molta, credetemi.
I giochi venivano praticati per strada nella maggior parte dei casi, oppure negli spazi che il territorio concedeva, mi ricordo che negli anni 70 giocavamo negli ingressi dei palazzoni (le nostre palestre), negli spiazzi di strutture comunali o i sagrati delle parrocchie. C’era il piacere di fare parte del gruppo, di “condividere” (attitudine ante Social Web) quel poco che c’era, anche il nulla, superando le difficoltà, ma sempre in allegria.
Nelle mie ricerche, dove la memoria non mi aiuta, cercando su internet, con mia grande gioia ho trovato molto materiale dei giochi che mi hanno aiutato a crescere insieme ad i miei coetanei, cercando ho realizzato che i giochi hanno molti legami con la tradizione ed i luoghi dove sono nati, e spostandoci si vede come molti hanno imparato dagli altri le caratteristiche generali, modificando ed adattando, specifiche varie in base al posto ed alle abitudini. Ecco perché in posti diversi lo stesso gioco cambia nome e regole specifiche, mentre le regole generali restano le stesse. Vedi la campana o ruba bandiera tanto per fare un esempio. Si può affermare che in giro per l’Italia e non solo, i giochi sono gli stessi, sono le regole a cambiare variando le specifiche ed i nomi in base al luogo ed alla forma dialettale.
Con il passare degli anni, le strade sono diventate sempre meno sicure e, con l’aumento delle autovetture e del traffico (in circolazione e parcheggiate) i bambini non giocano più nella strada. Questo ha determinato la completa scomparsa dei giochi di una volta, di conseguenza i bambini di oggi, questi giochi non li conoscono.
Lo scopo di questa pubblicazione e dei giochi messi in campo per i bambini è quello di creare un ponte generazionale nonni-nipoti attraverso i giochi del passato. Ed allo stesso tempo facendo conoscere i giochi del passato ai bambini di oggi, eviteremo di non farli cadere definitivamente nel dimenticatoio.
Giorno 5 di Giugno 2018 nel cortile dell’Istituto Comprensivo Sant’Eufemia Lamezia erano presenti i bambini delle 17 Classi delle Scuola Elementare 15 di Sant’Eufemia e 2 di Mortilla. I giochi 18 in tutto erano dislocati lungo tutto il perimetro dell’Istituto, ogni 10 minuti i bambini cambiavano gioco in modo tale da poter eseguire tutti i giochi messi in campo. I giochi sono stati divisi in due fasce di difficolta, la prima fascia riservata alle prime e seconde mentre la seconda fascia era per le terze quarte e quinte. Ogni fischio decretava il cambio di gioco, e l’avvicendarsi delle classi nelle varie postazioni creava un onda umana che si muoveva alla ricerca di un gioco bello semplice ma sconosciuto ai più. Erano presenti genitori e nonni, molti di loro mi hanno chiesto dove avevo preso lo strumbolo (trottola) o la fionda oppure il carroccio, poi svelato l’arcano (li ho costruiti io), se la ridevano.
I giochi fanno parte di una raccolta più corposa, circa 100, racchiusi in una dispensa da me elaborata che oltre all’esecuzione dei giochi spiega l’origine e la provenienza dei giochi. L’appuntamento ora è per la terza edizione dei giochi di un tempo con delle varianti suggerite dall’esperienza maturata in queste due edizioni (a cura di Francesco Torchia)
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