La “Happy Run” di Giusy Versace a Reggio Calabria

imageGiusy Versace è un’energica ragazza reggina che il lavoro e la vita la portano prima a Londra e poi a Milano. Durante una trasferta, nel 2005, ha un terribile incidente stradale le costa l’amputazione di entrambe le gambe. Dopo un duro lavoro di riabilitazione decide tenacemente di tornare a lavorare. Nel 2006 fondamentali sono il viaggio a Lourdes e l’incontro con l’Unitalsi di cui oggi è volontaria. Giusy è la prima atleta italiana della storia a correre con amputazione bilaterale e la sua categoria è la T43. In 5 anni colleziona ben 11 titoli italiani, un record europeo (2012) e diversi record nazionali sui 60, 100 e 200 metri. Oltre a vincere, inizia a lanciare messaggi positivi invogliando le persone, che come lei vivono delle disabilità, a non nascondersi, a non vergognarsi e ad avvicinarsi allo sport.

Nel 2011 diventa presidente della “Disabili No Limits” Onlus (www.disabilinolimits.org ). Nel 2013 scrive la sua prima autobiografia “Con la testa e con il cuore si va ovunque” nella speranza che possa essere uno stimolo per chi vive ancora la disabilità con sofferenza. Dal 2011 organizza a Reggio Calabria la corsa di solidarietà “Happy run”. ZENIT ha voluto intervistarla per sapere di cosa si tratta.

A Reggio Calabria l’11 dicembre hai organizzato la “happy run for christmas” di cosa si tratta?

Si tratta di un progetto nato 5 anni fa che si è sempre svolto sul lungomare “Falcomatà” di Reggio Calabria. È una corsa di beneficienza che ha l’intenzione di promuovere lo sport paralimpico, di creare integrazione e far uscire i ragazzi di casa. È una corsa-camminata (non è una competizione) e consente di attivare una raccolta fondi affinché, alla fine, si possa trovare e aiutare una persona disabile. Purtroppo due anni fa è saltata, perché ero impegnata nel mondiale, e quest’anno ha rischiato anche di non essere organizzata perché ero alle olimpiadi di Rio (Brasile). Per non rischiare di saltare il secondo anno consecutivo, si è trovata questa nuova chiave “natalizia” (di solito si svolge a settembre). L’evento si è svolto di mattina e per renderlo più colorato abbiamo distribuito dei cappellini natalizi. È un evento che fa riflettere e crea integrazione. Vogliamo festeggiare lo sport e la vita!

Come ha risposto la città di Reggio Calabria?

È stata sorprendente. Anche perché abbiamo fatto poca propaganda nei giorni precedenti. Le scuole mi hanno aiutato tantissimo. Io stessa la settimana precedente ho fatto il giro delle scuole per coinvolgere i ragazzi sia di Reggio Calabria che di Villa San Giovanni.

Come hai avuto quest’idea?

La “happy run” nasce dall’esigenza di aiutare un ragazzo calabrese, di Taurianova (RC), che voleva una protesi per correre ma aveva difficoltà economiche. Allora ho voluto che la protesi fosse la sua terra a regalargliela, non io. Da ciò ho ideato la raccolta fondi. È stata un successo tale da essere ormai un appuntamento richiesto in Città. Comunque abbiamo già fornito con i fondi anche 2 sedie all’Unitalsi, 3 sedie da basket alla Kleos di Reggio Calabria e via dicendo.

Questa manifestazione a chi desidera regalare la felicità?

Sicuramente alla Città di Reggio ed alla Calabria in generale. Perché è una terra che ha sofferto tanto e che tende a scoraggiarsi, nonostante le tante potenzialità. Volevo regalare un sorriso, un momento di festa. Ma in particolare per i disabili e per coloro che la disabilità la sentono lontana. Ed è importante anche per avvicinare tutti al movimento paralimpico.

Quanti fondi avete raccolto con la manifestazione?

Quest’anno 3.400 euro.

Come verranno spesi?

Come tutti gli anni mi riservo un certo periodo di tempo per valutare le esigenze del territorio. È importante sottolineare che i fondi raccolti restano in Calabria. È stata organizzata a Reggio per aiutare la Calabria. La mia Onlus “Disabili No Limits” opera a livello nazionale, ma questa manifestazione, la “happy run”, nasce e si sviluppa per dare sostegno alla Calabria. Ogni anno cerchiamo di individuare i casi più motivati e quelli che hanno più bisogno. Può essere una persona come una società. Io, non vivendo in questo momento in Calabria, non ho la percezione totale di ciò di cui c’è bisogno, però mi faccio aiutare dalle persone di fiducia che vivono in Calabria. In ogni caso, l’anno successivo, viene comunicato a tutti come sono stati spesi i fondi dell’anno precedente.

Chi ti appoggia in questo progetto?

A parte “i fedelissimi” del territorio, cerco sempre di trovare uno sponsor che ci aiuti a coprire le spese dell’evento. Serve la collaborazione di tutti. Pensa che un anno ci abbiamo anche rimesso economicamente. Quest’anno siamo stati appoggiati dalla PMG Italia Spa (Progetto mobilità garantita). Qualche anno fa sono addirittura venuti dal Qatar (“Save the Dream”) a sponsorizzare l’evento. Tanti sono coloro che ci appoggiano non dando soldi ma i servizi gratuiti.

Qual è la tua speranza?

La speranza che la nuova generazione possa aiutarmi ad abbattere le barriere mentali che gli adulti, molto spesso, hanno costruito attorno al mondo dell’handicap.

Sei una donna molto impegnata ma trovi il tempo per organizzare manifestazioni di solidarietà. Dove trovi la forza e l’ispirazione per farlo?

Il tempo non lo trovo [ride]. Infatti l’anno scorso la corsa è saltata e quest’anno c’è mancato poco. Io ci credo, ho una grande passione e poi voglio aiutare la mia terra d’origine (la Calabria), con la convinzione di dare un segnale forte a chi vive nel territorio. So solo che ho delle validissime persone in Calabria, che mi aiutano e ci credono in prima persona, diventando le mie braccia e le mie orecchie quando io non sono al sud. E poi, quando la macchina si avvia tutti si mettono a disposizione.

Stai continuando ad allenarti per le prossime gare paralimpiche?

Purtroppo no. Sono tornata da Rio de Janeiro talmente stanca che ho convinto il mio coach a concedermi qualche mese sabbatico. Anche perché non mi pagano per correre, ed io per dedicarmi all’atletica ho messo da parte importanti progetti, sia professionali che con la onlus.

Chi è Giusi Versace secondo te?

Una ragazza adrenalinica con un tremenda voglia di vivere!

(Zenit)

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