LAMEZIA TERME (CZ) – “Tutto bisogna sacrificare, tutto bisogna osare”. È questa la citazione di Filippo Corridoni impressa nello striscione che i militanti di CasaPound Italia hanno affisso in via Marconi per commemorare il centenario della morte del sindacalista.
Patriota e convinto interventista, partito volontario per il fronte allo scoppio della Grande Guerra benché malato di tisi, Corridoni si distinse al fronte per la totale dedizione all’Italia, che lo portò il 23 ottobre 1915 a cadere colpito dal fuoco nemico mentre assaltava la Trincea delle Frasche.
“Filippo Corridoni – spiega Cpi – è l’esempio di un uomo che seppe donare se stesso per fare la patria più grande, da ricordare in un’epoca in cui troppi preferiscono fare il contrario. Ma è anche l’esempio di un uomo che seppe coniugare nazione e lavoro: oggi che in Italia si fa largo una crescente voglia di sovranismo, è bene ricordare che la battaglia nazionale e la battaglia sociale vanno sempre combattute insieme”.
Si svolgerà questa sera alle 18, in via Filippo Corridoni, nei pressi dell’uffico centrale di Poste Italiane di via Fabio Filzi a Lamezia, la commemorazione del sindacalista e patriota Filippo Corridoni, partito volontario nella prima guerra mondiale e morto il 23 ottobre del 1915.
Le spoglie mortali di Filippo Corridoni non furono mai ritrovate. Si persero tra le decine di soldati italiani morti cento anni or sono, mentre difendevano con le unghie e con i denti la trincea delle frasche, durante la terza battaglia dell’Isonzo, nella grande forgia umana che fu il conflitto della Grande Guerra. Ma, probabilmente, le sue idee, il suo pensiero, il suo esempio, continuano incessantemente a perdurare.
Ricorderemo Filippo Corridoni innanzitutto per il suo immenso sacrificio. Nella sua visione etimologicamente più autentica. Percorrere azioni sacre. Sacre perché il fine delle azioni si eleva oltre il singolo che le compie.
Tutta la vita di Corridoni, compresa la morte in battaglia, hanno come denominatore chiaro e limpidissimo il concetto di sacrificio. Sia nella piccola fornace dove lavorava assieme al padre, egli che proveniva da un piccolo paesino marchigiano prima chiamato Pausula, successivamente ribattezzato nel 1931 “Corridonia” in suo onore, sia nelle agitazioni alla testa dei lavoratori, egli che divenne sin da subito uno dei punti di riferimento del sindacalismo rivoluzionario italiano, sia anche nelle eterne lotte nel Partito Socialista, sia sui numerosissimi scritti che ci sono pervenuti, sia in carceri od in esilio in terra straniera, e sia infine nelle trincee del Carso, combattente volontario di 28 anni, la sua risoluta visione è stata sempre organica e mai individuale. Sempre tesa verso il “gruppo” e mai verso il singolo. Portatrice di rivoluzione sociale e quindi di sindacalismo, inteso anch’esso nella sua originale etimologica greca, come “giustizia assieme”, contrapposto ad una astratta visione soggettivistica.
A ricordare l’Eroe italiano Filippo Corridoni, sarà il consigliere comunale Mimmo Gianturco, che ripercorrerà la vita del sindacalista rivoluzionario.
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